Le previsioni meteo parlavano chiaro : esclusi i primi due giorni dalla data del nostro arrivo sull’isola una forte perturbazione ci avrebbe fatto “compagnia” per il resto della vacanza con un lieve miglioramento solo al termine del soggiorno.
Ormai non ci potevamo più tirare indietro, tutto era fissato, sarebbe stato sufficiente cercare zone riparate dalle grosse onde oceaniche, battendo solo ed esclusivamente la parte ridossata dell’isola ..o meglio così credevamo ignari di tutto quel pandemonio che ci sarebbe passato sulla testa !!
Nadine, questo è il nome attribuito alla tempesta tropicale che a metà settembre ha letteralmente invaso le Isole Azzorre, spostandosi poi verso le Canarie ed esaurendosi prima di arrivare sul continente europeo.
Arrivati alla meta dobbiamo fare subito i conti con l’inefficienza del servizio bagagli della compagnia aerea locale che tanto per gradire ha smarrito il tubo con le nostre amate canne.
Il giorno dopo decidiamo quindi di acquistarne tre (immaginatevi la loro qualità), presso una ferramenta del posto e anche se questo non è decisamente il modo migliore per iniziare una vacanza di pesca diamo inizio alla nostra avventura !
Il mare sembra perfetto, affrontiamo una bella scogliera di pietra lavica porosa che se da un lato ci fornisce un bel grip antiscivolo, dall’altro però, a causa della sua conformazione, si rivela molto faticosa ed impegnativa.
L’altra difficoltà è quella di gestire le canne che, oltre ad essere pesanti, sembra che non siano nate per poter lanciare un artificiale !
Leonardo ingrana subito la marcia giusta e in una mezz’oretta cattura prima un serrotto, poi un garangide e infine una leccia Stella di circa un chilo…un gigante per la sua specie !
Nel frattempo ci chiamano dall’aeroporto… m i r a c o l o …le canne, quelle serie, sono arrivate !
Io e Giuseppe ci precipitiamo a recuperarle ed effettuiamo una vera e propria prova speciale con la povera twingo a noleggio dato che l’ufficio bagagli sta per chiudere !
In un attimo il morale sale alle stelle, ora abbiamo i nostri attrezzi e ci sentiamo completamente in pesca ! Infatti i risultati non tardano ad arrivare e, dopo un paio di serra di taglia medio piccola, Leo incanna il suo BIG che sfortunatamente si slama proprio sotto i sui piedi spalancando le ancorine # 4 del mommotti 190.
Il mattino dopo siamo in scogliera carichi di aspettative, le cose sembrano esser partite per il meglio ma ci siamo dimenticati di “Nadine” che ci riporta subito alla realtà mostrandoci tutta la sua potenza con raffiche di vento a 40/50 nodi e una pioggia battente inarrestabile !!
Subito ci rifugiamo in casa ma anche qui le cose non vanno molto meglio : entra acqua dal tetto e dalle finestre ..l’umidità è insostenibile ! Ci arrangiamo come possiamo e cerchiamo di asciugare gli indumenti, fortunatamente Giuseppe si inventa questa diavoleria :
Per un paio di giorni, la situazione è davvero critica, nel frattempo anche il mare è in tempesta e a noi non resta che mangiare i manicaretti dello chef Leo preparandoci mentalmente e fisicamente a quello che sarà il dopo “Nadine”.
Finalmente la morza sembra allentarsi, la cappa grigia sopra le montagne inizia a diradarsi regalandoci questo spettacolo !!!
Adesso la pioggia non è continua, possiamo pescare senza bagnarci troppo ma il vento rimane fastidiosissimo soprattutto perché ci viene di traverso, oltretutto c'è ancora un’onda laterale abbastanza insidiosa che non ci permette di lavorare gli artificiali come si dovrebbe...
In queste condizioni l’unica esca che funziona è il glorioso Mommotti 190 di Seaspin che già l’anno prima, alle Isole Canarie, mi ha dimostrato di sapersela cavare alla grande in condizioni super critiche !
Intanto Giuseppe inizia il suo SHOW incannando un sarago dietro l’altro…e che saraghi !!
Esploriamo la zona, alla ricerca di locations più profonde ma, salvo qualche serrotto e una piccola ricciola, non sembra esserci una grande attività; i sentieri poi sono molto faticosi e ci fanno perdere troppo tempo !
Il giorno successivo decidiamo di approfondire sugli spot vicino casa, quella scoglierona mi piace tanto, il mare è quello giusto ma non escono pesci di taglia interessante come speravamo …
Nel pomeriggio ci spostiamo ancora sullo spot dei “saraghi”, qui siamo ulteriormente ridossati e rischiamo meno visto che il mare nel frattempo è ancora salito.
Giuseppe cattura un altro paio di saraghi e Leo questo serra che, anche se piccolo, dimostra tutta la sua combattività :
Oggi sono molto concentrato, le raffiche di vento sono intermittenti, ogni tanto esce il lancio giusto; quello lungo che va oltre lo scalino, laggiù dove spacca l’onda vedo nitidamente il cambio di fondale…lancio lontano, jerko e recupero non troppo velocemente…botta tremenda in canna, ferro e mi sembra di aver inchiodato un muro….il pesce rimane fermo… non si è ancora accorto di niente…giusto il tempo di finire il mio pensiero che parte come un trenoooooo….
Mi rendo conto che è veramente grosso, la mia nuova Labrax asseconda bene le fughe e con calma e fatica me lo lavoro fino a sotto i piedi, quando lo vedo saltar fuori inizio a preoccuparmi e probabilmente perdo anche un po’ di lucidità !
I ragazzi accorrono in mio aiuto e dopo poco il vitellino e pronto per le foto di rito :
Dopo averlo rilasciato scarico tutta l’adrenalina con un urlo animalesco ed abbraccio i miei compagni !!
La serata finisce qui ma domani ci sarà ancora da sudare.
Giuseppe è ben determinato oggi sarà la sua giornata !! Con il capo chino continua a lanciare saltando tra uno scoglio e l’altro, si vede che è in palla e tira fuori dal cilindro questo bellissimo Balestra :
....intanto mi fermo perché ho un ginocchio spappolato e non riesco più a trascinarmi dietro la gamba. Adesso non vedo più i ragazzi, chissà cosa stanno facendo mi chiedo … ad un certo punto sento una strana vibrazione che mi spinge ad alzarmi, faccio una cinquantina di metri, sufficienti giusto a scavalcare una punta che mi copre la visuale e vedo Beppe che viene verso la mia direzione senza canna in mano, in una frazione di secondo capisco che ha raggiunto il suo scopo e mi corre incontro per abbracciarmi e condividere la sua emozione…il SUO serrone …
E’ l’ultimo giorno, io e Giuseppe abbiamo appuntamento con dei sub francesi che abbiamo conosciuto e ci daranno un passaggio su una secca dove proveremo ad improvvisare un po’ di vertical, mentre Leo rimane a casa per un braccio dolorante.
Dopo uno spostamento in gommone, ammirando le bellezze dell’isola arriviamo su una secca profonda sui venti/trenta metri che si alza da un fondale di settanta/ottanta.
C’è molto scarroccio, la corrente è forte e con i nostri jig da 40/60 grammi facciamo fatica ad entrare in pesca, arrivati però su un punto di mangianza assaporiamo tutta la potenzialità di questo spot catturando prima questo serra, poi una splendida Ricciola (Seriola Rivoliana) ed infine Giuseppe questo bel Cuda. Il mare è ancora troppo mosso, e i sub non hanno visibilità sul fondo, quindi decidiamo di rientrare velocemente a terra.
Finisce qui la nostra vacanza se vogliamo anche un po’ sfortunata ma carica di emozioni positive e negative, sarebbe potuta andare anche meglio, ma la cosa più bella è che abbiamo messo in gioco tutte le nostre risorse e ci abbiamo creduto anche quando sembrava impossibile levarci le gambe e alla fine siamo stati premiati…
La pesca a spinning in oceano, contrariamente a quanto si possa pensare guardando superficialmente una manciata di foto di catture è durissima sia fisicamente che tecnicamente oltre ad essere molto pericolosa.
Ringrazio i miei compagni d’avventura Leo e Giuseppe e Seaspin per averci fornito l’attrezzatura che in questo caso ha fatto davvero la differenza.
ARRIVEDERCI ISOLA FIORITA !!
P.S.: in culo a Nadine !!!
Attrezzatura usata :
Canna : Prototipo Seaspin 25 Lbs. / New Labrax Seaspin
Mulinello : Shimano Stella 5000 FA – Shimano Stella 5000 SW
Artificiali : Mommotti 190, Mommotti 180 SS, Buginu 140, Leppa Jig 44 gr.
Tracciato : YGK WX4 30 Lb. – Varivas Casting PE 28 Lb.
Finale : Fluoro Carbon 0,60 SEGUAR