giovedì 20 gennaio 2011

Sicilian inchiku rod

Riporto di seguito questo bel report (anche presente sul blog di Mariano Randazzo PSYCOLURES) degli amici siciliani Francesco Li Bianchi  e Rocco Alfieri per i quali ho modificato le due St. Croix Avid Inshore che sono state utilizzate per la battuta di pesca.

Complimenti Ragazzi !!



Dopo aver testato anche io questa canna con diverse catture, ho pensato di dare spazio sul blog a questa bella creazione frutto del lavoro e dell'esperienza in questa tecnica degli amici Francesco e Rocco. Un montaggio semplice e spartano per una canna piacevolissima da usare e perfetta per ciò per cui è stata realizzata ovvero la pesca del pagello fragolino e del dentice con esche medio leggere.

Segue una descrizione realizzata dagli amici che hanno pensato questa customizzazione.


Quando si pratica con molta assiduità una tecnica di pesca, spesso si arriva ad un punto in cui si sente la necessità di avere un attrezzatura perfettamente calibrata sulle proprie esigenze.
E’ ormai un po’ di tempo che solchiamo le acque della nostra isola alla ricerca di vari predatori, utilizzando come esche inchiku e kabura. Una pesca che coinvolge totalmente.
Pur avendo delle attrezzature standard che soddisfano la maggior parte delle situazioni che si possono presentare, abbiamo deciso di provare e sperimentare su un inchiku leggero.
L’esigenza era di avere delle canne che lavorassero perfettamente esche di peso pari o inferiore ai 100 g, estremamente sensibili, ma reattive nella ferrata e discretamente potenti per far fronte alla forza che manifestano molti predatori dei fondali.
Dopo alcune prove, abbiamo individuato una canna da spinning della St. Croix che rispondeva a molte delle caratteristiche cercate; per un lungo periodo è stata utilizzata con il montaggio originale della casa madre, e abbiamo appurato che il fusto oltre a presentare le caratteristiche che cercavamo, ha retto sollecitazioni molto violente. Logicamente il montaggio da spinning con manico corto, e la lunghezza eccessiva (soprattutto da murate basse) erano da modificare.


Studiati i tagli sul blank e il posizionamento della placca, abbiamo deciso di contattare l’amico Francesco Paolini, sicuramente tra i migliori rod builders italiani. Francesco ha proceduto alla delicata fase di smontaggio del manico in sughero e della placca porta mulinello, ed in seguito in costante contatto telefonico ha effettuato il montaggio del manico in ottimo eva “splittato” e di una placca Fuji di poco maggiorata rispetto alla precedente, infine ha studiato la sostituzione e il riposizionamento dell’anello di base, mantenendo un’ azione e curvatura perfetta. Si è optato per un montaggio da fisso semplice ed essenziale, mirato alla funzionalità d’uso, pur sempre gradevole e curato dal punto di vista estetico.


Le canne modificate ad oggi sono due, leggermente diverse l’una dall’altra, fondamentalmente sono delle canne veloci di 6’6” (il carbonio di costruzione è infatti SCIII), l’azione è di punta ma con tendenza a essere progressive con l’aumentare dei carichi di lavoro; il range di utilizzo esche è da 60 a 110 g, lavorano alla perfezione con 80 e 100 g. Nell’azione di jerking hanno una risposta pronta, e vanno usate con “polso morbido”. Trasmettono alla perfezione le mangiate del pesce anche le più subdole, e sulla ferrata fulminano il pesce eliminando la “pancia” di filo (che si forma inevitabilmente usando esche leggere), grazie alla risposta veloce del carbonio di costruzione. Multifibra consigliato 20 -30 lb. Max drag 4 kg.


In sintesi, ottimo attrezzo da impiegare principalmente nella ricerca di pagelli e dentici, molto piacevole nel combattimento perché trasmette nitidamente le reazioni del pesce, forse poco adatto a chi è principiante in questa tecnica e tende a imprimere movimenti troppo bruschi alle esche.

Francesco Li Bianchi & Rocco Alfieri

0 commenti:

Posta un commento